Salve a tutti.
Questo articolo è una sorta di “premessa - introduzione” alle scale pentatoniche.
L’ argomento è estremamente vasto e sfaccettato (a dispetto di quanto si creda), non è pensabile esaurirne la trattazione in un articolo solo.
Una scala pentatonica è formata da 5 note; nella scala pentatonica di G, avremo G, A, B, D e E.
Queste 5 note sono dislocate sulla tastiera della chitarra, e danno origine a 5 diteggiature convenzionali. Qui vengono trattate le diteggiature più conosciute, cioè quelle a due note per corda.
Nell’ esempio, uno schema che raffigura le 5 note della scala pentatonica di G, dislocate sulla tastiera della chitarra.
Ad ogni colore, corrisponde una delle 5 note della scala. Se l' immagine vi sembra troppo piccola, cliccateci sopra per vederla nelle sue dimensioni originali.
Nota: i numeri romani sotto l' immagine indicano i vari tasti sul manico della chitarra.
E’ convenzione studiare le pentatoniche separandole per posizione, per “porzione di manico”.
Ecco che allora avremo 5 posizioni, ognuna originata da una delle 5 note della scala; le 5 posizioni (dato che contengono tutte sempre le stesse 5 note) sono ovviamente collegate tra loro (la metà delle note della prima è identica alla metà delle note della seconda posizione e così via) e ovviamente, al termine della quinta posizione, si riparte con la prima (un circolo…virtuoso).
Ecco le posizioni, sempre in G.
Nota: i numeri a sinistra indicano le dita della mano sinistra da utilizzare sulla relativa corda. 1 è l' indice, 2 il medio, 3 l' anulare e 4 il mignolo. Per fare un esempio, se troviamo scritto 1 - 4, significa che la prima nota della corda andrà suonata con l' indice, la seconda col mignolo.
La nota nel cerchietto rosso è la tonica di ogni posizione (in questo caso, quindi, la nota G).
Le pentatoniche sono scale usatissime in qualunque genere musicale, dal blues al rock, dal pop al jazz, dal metal alla fusion. Probabilmente un chitarrista rock è abituato a sentire fraseggiare sulle pentatoniche, dato che chitarristi come David Gilmour o Slash sono dei maestri nell’utilizzo della suddetta scala. Ma non di rado è usata anche in un linguaggio più “intricato”, come può essere quello jazz.
L’applicazione che se ne può fare è davvero trasversale.
Il consiglio è quello di studiare e conoscere per ora la “forma” delle posizioni. L’utilizzo in un contesto improvvisativo verrà trattato tra qualche lezione.
Buono studio !
Ecco che allora avremo 5 posizioni, ognuna originata da una delle 5 note della scala; le 5 posizioni (dato che contengono tutte sempre le stesse 5 note) sono ovviamente collegate tra loro (la metà delle note della prima è identica alla metà delle note della seconda posizione e così via) e ovviamente, al termine della quinta posizione, si riparte con la prima (un circolo…virtuoso).
Ecco le posizioni, sempre in G.
Nota: i numeri a sinistra indicano le dita della mano sinistra da utilizzare sulla relativa corda. 1 è l' indice, 2 il medio, 3 l' anulare e 4 il mignolo. Per fare un esempio, se troviamo scritto 1 - 4, significa che la prima nota della corda andrà suonata con l' indice, la seconda col mignolo.
La nota nel cerchietto rosso è la tonica di ogni posizione (in questo caso, quindi, la nota G).
Prima posizione:
Seconda posizione:
Terza posizione:
Quarta posizione:
Quinta posizione:
Le pentatoniche sono scale usatissime in qualunque genere musicale, dal blues al rock, dal pop al jazz, dal metal alla fusion. Probabilmente un chitarrista rock è abituato a sentire fraseggiare sulle pentatoniche, dato che chitarristi come David Gilmour o Slash sono dei maestri nell’utilizzo della suddetta scala. Ma non di rado è usata anche in un linguaggio più “intricato”, come può essere quello jazz.
L’applicazione che se ne può fare è davvero trasversale.
Il consiglio è quello di studiare e conoscere per ora la “forma” delle posizioni. L’utilizzo in un contesto improvvisativo verrà trattato tra qualche lezione.
Buono studio !
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suca
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